
Dalla cima del vulcano Supervio, rifugio di Padre Fuoco e Madre Acqua, sgorga una sorgente d’acqua cristallina che dà vita, più a valle, al fiume Verdesco.
Le acque fresche, saporite e ricche di minerali, sono da sempre il sollievo dei Luandiani, ma sono anche state commosse testimoni della nascita del Dio Esercizio.
Un fiume, si sa, percorre sempre la stessa strada, anche se l’acqua che scorre non è mai la stessa. Ad ogni passaggio si fa più comodo il suo letto, ad ogni ansa indugia la corrente, accarezzando la fiorente vegetazione che vi si affaccia.
A mezza costa il Verdesco incontra un tratto roccioso più scosceso, che supera saltellando in mille cascatelle, c’è vita nel fiume, le verdi alghe si divertono a impigliarsi fra le rocce, per poi staccarsi e lasciarsi trasportare fino al lago Comaranto.
Il Dio Esercizio nacque alga, piccino e tenace, e si fece le ossa nelle cascatelle. Nella primavera successiva, con le acque gonfie grazie allo scioglimento delle nevi, il piccolo Esercizio ormai giovinetto, nell’impeto della corsa frenetica verso valle, si intrecciò con i rami verdi sfiancati dalle correnti, i vortici che si formarono presero quindi a modellare una nuova creatura nerboruta di rami e foglie, verde d’aspetto, sempre tenace, audace e perseverante come il fiume, che sempre fa la stessa via, sempre ripete le stesse curve, bagna le stesse colline, disseta, incoraggia, esalta il popolo dei Luandiani.
E’ qui per ricordarci che il premio arriva dopo la fatica, ma la fatica può essere dolce, perché avvicina alla meta. Il colore preferito del Dio Esercizio è il verde, verde come il segnale che dà via libera, come gli alberi che donano ossigeno, come le foglie che ci nutrono e ci mantengono in forma.
La preghiera per il Dio Esercizio è questa:
Dio dell’esercizio, non mancare di farmi provare a…
correre insieme a te ridendo;
ballare il rock and roll;
fare le scale a piedi per arrivare in ufficio;
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ecc. ecc…