
Forse non ve ne rendete conto, ma tutti usano i mantra in continuazione. Quella frasetta che si mormora fra sé, appena ci si accorge di aver compiuto una sbadataggine, quel commento maligno che ci si autorivolge se abbiamo sbagliato qualcosa e tutte le frasi buffe che abbiamo memorizzato negli anni per consolarci o insultarci.
Non appena restite da soli con voi stessi, mentre guidate, stirate o passeggiate, iniziate a dialogare internamente. Vi ripetete la lista delle cose che dovete fare, poi vi ripassate la giornata appena trascorsa e troppo spesso finite per rimproverarvi per gli errori commessi o le dimenticanze.
Così non si va avanti.
Tutte quelle frasi vanno a condizionare il vostro pensiero, le vostre opinioni, le vostre convinzioni. Non lo sapevate, ma sono delle vere e proprie mine che ostacolano il vostro percorso.
Occorre agire.
I cambiamenti bruschi, però, non funzionano. Lentamente bisogna ricercare quelle frasi dentro di noi e modificarle pezzo per pezzo.
Sonia ha vissuto una tragedia durante l’adolescenza: ha perso sua sorella Gemma. Nella sua testa ha cominciato a ripetersi “Gemma è morta”, proprio come un mantra. All’inizio le serviva, perché non riusciva a crederci, poi pian piano è diventata una frase quasi rassicurante: quando qualcosa andava storto, ripetersi “Gemma è morta” voleva dire che niente poteva essere peggiore di quello che era già successo.
Tuttavia bisogna liberarsi degli espedienti che non ci servono più.
Sonia è adulta ora, ha una vita serena e per progredire ha bisogno di frasi più incoraggianti. Lentamente la frase è diventata ‘Gemma è m… eravigliosa’, ‘m… ia sorella’, ‘m… olto cara’ eccetera. La chimica generata nel corpo da affermazioni positive incide positivamente sul resto della nostra vita.
Per tornare alla vostra missione, sapete molto bene cosa bisognerebbe fare per tornare in forma. Mangiare meno, muoversi di più, aumentare i cibi salutari: la frutta e le verdure, evitare i cibi trattati industrialmente, i grassi idrogenati, gli zuccheri nascosti…
Perché non riassumere questi propositi in un mantra?
Sarebbe carino se ognuno inventasse il proprio e lo migliorasse man mano, adattandolo ai cambiamenti. Qualcuno potrebbe anche cantarlo, metterlo in rima, ricavarne un motto, stamparlo su una maglietta…
Recitarlo a colazione, a pranzo e a cena, mentre si fa la spesa… potrebbe cominciare a invertire quegli automatismi che vi hanno portato fuori dai vostri progetti.
Un esempio? Eat Food, Not Too Much, Mostly Plants.
E’ il mantra del giornalista statunitense Micheal Pollan, noto come autore di libri-inchiesta sul cibo. Eat food, cioè “mangia cibo vero” senza additivi o elementi aggiuntivi di dubbia provenienza, non edulcorato, degrassato, idrogenato ecc., Not Too Much: “non troppo” e Mostly Plants: “principalmente vegetale”.
Questo mantra, recitato prima dei pasti o meglio mentre si fa la spesa, serve a rammentarci come comporre i pasti: mezzo piatto composto da vegetali, possibilmente di due o tre tipi (così da assimilare contemporaneamente diversi nutrienti, ma anche, purtroppo, per evitare di assumere una quantità eccessiva di eventuali veleni usati in agricoltura), un quarto di piatto composto da cereali, meglio integrali, l’ultimo quarto da proteine animali o vegetali, i giusti grassi per condire. La libertà di scelta, in questo ambito, diventa gratificante, perché ci consente di essere protagonisti nella composizione della propria dieta e quindi più consapevoli e più felici. I veri artefici del nostro progetto.
Magari per qualcuno i problemi derivano dai fuori pasto, il mantra giusto allora potrebbe essere “Nulla senza posate”. E se vi invitano a un pranzo di matrimonio? “Solo con la mano sinistra” (o la destra, se siete mancini) vi aiuterà a stancarvi prima di essere satolli.