Nessun dolore.

Avrete ormai capito che se da anni, dieta dopo dieta, non siete mai riusciti a contenere tutta questa fame, forse il problema è nella vostra testa. Cosa vi tormenta? O cos’è che non vi appaga?

In questi casi c’è sempre da verificare lo stato mentale: siete agitati? preoccupati? tristi? depressi?

A volte le cose si aggiustano da sole, ma se non succede sarà il caso di lavorarci sù.

Molte volte il sacco immaginario che portate sulle spalle è pieno di dolore, che spesso significa un vuoto da riempire. Tutti abbiamo avuto delusioni, lutti, guai, talvolta addirittura tragedie. Quando si perde una persona importante, quando si trasloca, si cambia lavoro o si conclude una storia, ci si sente mancare la terra sotto i piedi.

La risposta più sbagliata è quella di cercare di riempire quel vuoto con il cibo.

Eh, in effetti sembrerebbe la scelta più facile, ma col tempo si potrebbe trasformare in una via senza uscita. Possibile non ci sia nulla di meglio con cui saziare quel vuoto senza usare il cibo?

Provate a invocare la Dea Lista, che non serve solo per comporre i vostri menù. Riprendete in mano il quadernino delle liste e aggiungete alla lista delle attività le cose che vi fanno piacere o vi danno soddisfazione.

Moreno era in forte sovrappeso, mica come quando da giovanissimo lo chiamavano “il grillo” perché non stava mai fermo. Un giorno, però, decise di passare all’azione. Banalmente era capitato davanti alla vetrina di un noto negozio sportivo. Gli piacque quella maglia traspirante arancione, era un colore che faceva allegria.

Entrò, si fece un giro, si regalò una bella bici e prese anche la maglia. Fu amore a prima vista: con la bici non rischiava di pesare sulle proprie articolazioni affaticate, il vento in faccia pareva accarezzarlo e il sorriso si allargava sempre di più.

Muti e non se ne parli più!

Capita spesso che malumori, incomprensioni, ingiustizie, lutti, rimorsi e dispiaceri vari, rovinino le nostre giornate.
La cosa può diventare ancora più spiacevole, quando le ferite ricevute si cronicizzano e continuano a pesare come macigni sulla nostra esistenza.

Si può rimanere per anni a rimuginarci sopra, spesso senza uscirne, e tutto questo dolore aggrava il nostro modo di vivere la vita.
Facile, dunque, cercare di scappare dai dispiaceri, cercando quello che talvolta resta l’unico piacere: il cibo e i suoi numerosi contenuti aggiuntivi come: consolazione, rivincita, felicità, gioia, trasgressione, entusiasmo, brama.

Va da sé però, che continuando a riempirci di piacere, non stiamo rispettando come si deve il nostro corpo, che dovrà faticare parecchio per portarci in giro a lungo.

Occorre puntare verso una strada nuova!

Liberiamoci dai macigni che ci stanno schiacciando e cerchiamo la leggerezza dell’anima per riconciliarci con la bellezza della vita. Da oggi in poi, ogni volta che ci sentiamo tristi, rimuginando sui nostri dolori, facciamo qualcosa di utile:

Rivolgiamoci al Dio Premio perché ci conceda il dono della serenità e dichiariamo ad alta voce un bel:

NON SE NE PARLI PIU’.

Ovviamente ognuno potrà scegliere la propria frase motivante, l’importante è che funzioni da STOP IMMEDIATO ai propri ragionamenti autodeprimenti.

Liberare la mente dai ragionamenti contorti e dolorosi è un primo passo per aprire uno spiraglio alla felicità. Una persona felice si gode meglio la vita ed è a più agio in tutti i campi, senza mai strafare. Cominciate pian piano e vi renderete conto man mano che senza pensieri cattivi è tutto più semplice e gradevole. Ricordatevi che è tutto nella vostra testa: aprite la mente!

La sera prima

E’ ora di agire, anche perché questo compito non sarà gravoso. Si tratta di immaginare, sognare, desiderare…

Quante volte i vostri buoni propositi sono stati rovinati dalla fretta? La fame vi coglieva impreparati e vi mettevate in bocca la prima cosa che trovavate in frigo.

Mettetevi comodi, invece: invocate la Dea Lista, scegliete un orario lontano dai pasti, per non essere influenzati dalla fame e preparate le vostre liste.

Lo facciamo insieme?

Provate a immaginare la prima colazione, trovate qualcosa che vi piaccia davvero: una fetta di torta casalinga? uno yogurt ai frutti di bosco? the e biscotti al miele? Sperimentate: due uova fritte o alla coque? un toast prosciutto e formaggio?

Iniziate a scrivere un elenco di colazioni gradite, sognate in grande: concedetevi al piacere.

E poi fate lo stesso con le altre pietanze preferite. Primi o secondi piatti, contorni gradevoli, timballi, parmigiane di melanzane, fritto di pesce, eccetera. Più liste preparate, più sarete consci di ciò che veramente vi piace e troverete facile comporre i vostri personalizzatissimi menu.

Questo è un percorso educativo per instillare buone abitudini. Per perdere peso ovviamente si dovrà in qualche modo diminuire le entrate di cibo e aumentare le occasioni di movimento che bruciano le calorie.
Per il momento tuttavia, imparate a rispettare i tempi in cui si può mangiare e quando astenersi, in questo modo i tempi di astensione daranno modo al processo digestivo di lavorare con calma e precisione, senza essere disturbato da ulteriori ingestioni di cibo. Non è difficile!

Imparate anche il gusto della lentezza. Iniziate il pasto con molta calma, è utile tenere d’occhio un orologio, calcolando almeno una ventina di minuti per un pasto normale. Ma esagerate: masticate a lungo, assaporate il cibo come fosse sempre un piatto gourmet.

Seguite la vostra fame: dovete imparare a dire basta quando siete sazi. E a riconoscere la fame vera dallo sfizio goloso, conversate, tirate per le lunghe, vedete quanto potete resistere. Sfidatevi: contate le ore dopo i pasti in cui non sentite bisogno di mangiare, Se invece avete fame prima del previsto, aumentate le porzioni dei prossimi pasti. Conoscete voi stessi, diventate i vostri nutrizionisti personali.

Attenzione allertata anche a fine pasto: non aggiungete altro a quanto avete già mangiato, in quei momenti in cui siete ancora a tavola, potreste essere tentati di sbocconcellare qualcosina in più, magari qualche noce, che fa tanto bene… Ma attenti! le potrete mangiare solo se le avevate già previste. Non improvvisate!

Si, vabbè, dove sta la fregatura?

C’è solo qualche regola:

La sera prima…
1. scegliete solo il meglio per i vostri 3 pasti: immaginateli, figuratevi odore e sapore, poi metteteli nella lista per domani!

2. mangiate quello che voi stessi vi siete prescritti, anche un po’ di dolce, ma digiunate severamente fra un pasto e l’altro!

3.Ricordate che se mangiate qualcosa fuori pasto, dovrete poi prenderne altre 9 porzioni uguali.

4. non barate!

Provate a farlo per 3 giorni e vediamo come va! State per fare amicizia col vostro ego gaudente dal quale imparerete a mangiare meglio, ma in quantità adeguata e soprattutto col gusto che più vi piace, finalmente liberi dalle imposizioni altrui.

3 giorni paradossali

Come detto nell’articolo precedente, le diete fanno male, perché le viviamo come imposizioni decretate da altri e quindi, dopo poco tempo, viene voglia di trasgredire e ci si ritrova al punto di partenza, se non peggio.

Come si può cambiare questa situazione? La dieta paradossale cancella la percezione dell’imposizione altrui e ci rende invece capaci di scegliere da soli ciò che ci piace mangiare. Ovviamente, volendo perdere peso, si dovranno anche rispettare alcune regole. In questo caso il limite è solo orario: tutto ciò che si mangia deve essere fruito esclusivamente a colazione (mezz’ora/40 minuti?), pranzo (1 ora?) e a cena (1 ora?).
E’ vietato mangiare negli altri orari della giornata.

Ora avete 3 giorni per imparare a gestire il vostro rapporto col cibo.

Giorno 1. La pianificazione. (invocando il Dio Desiderio che aiuta l’immaginazione)
Di prima mattina (o anche la sera precedente) pianificate tutto quello che volete mangiare nei 3 pasti. Esagerate con l’immaginazione: figuratevi i piatti completi, assaporate mentalmente gusti e profumi. Visualizzatevi a tavola mentre mangiate con calma e godete di ogni boccone.

Giorno 2. La quantità. (invocando la Dea Previsione che induce a cambiare atteggiamento sul cibo)
Quanto si può mangiare? Per un po’ si dovrà fare qualche esperimento, per capire quanto tempo passa prima che la fame si faccia risentire. Se a colazione mangiate un toast e avete di nuovo fame dopo 2 ore, sarà meglio, il giorno dopo, aggiungere anche una banana, uno yogurt o una merendina.

Giorno 3. La Fame. (invocando il Dio Raccoglimento che invita ai pensieri positivi.)
Fate amicizia con il vostro senso della fame. E’ forse la cosa più importante che dovete imparare.
Capire quando dire basta, equivale a mangiare solo quando si ha davvero fame.
E una volta appreso questo, significa che sarete per sempre capaci di regolare i vostri pasti, mangiando il giusto e concedendovi ogni tanto qualche golosità, senza fare troppi danni alla vostra forma.

Le diete fanno male.

Lo dimostra la foto qui sopra che per molti rappresenta un sogno proibito. Eppure non è vietato cibarsene, nemmeno se siete fortemente in sovrappeso. Tutto sta nel trovarne adeguati limiti.

Limiti che possono essere di porzione, riducendone la quantità, di tempo, quando si riducono gli orari in cui si può mangiare, di qualità, se si punta a cibarsi di solo cibo di alta qualità.

Esaminiamo questi limiti per capire quale sarà la vostra scelta.

Chi limita le porzioni deve badare esclusivamente a servirsi una porzione più piccola, senza ridurne selettivamente solo i grassi, solo gli zuccheri o solo i cibi ricchi di colesterolo.
Quanto più piccola, dovrà essere deciso sperimentando. Provate a mangiare metà di quanto avreste voluto. Se vi accorgete di avere ancora fame aumentate di un ulteriore 10%, fino a quando non avrete di nuovo fame.

Un utile trucco è quello di iniziare il pasto con una insalata fresca e ben condita e poi procedere con il piatto forte, mantenendo un ritmo piuttosto lento.
Alzatevi poi subito da tavola e testate la vostra fame: quando vorrete mangiare di nuovo? subito? dopo due ore? dopo 4 ore? Cercate di capire quanto dura la vostra sazietà e se serve correggete il tiro.

Oggi molti preferiscono limitare la finestra di tempo in cui si può mangiare. Lo chiamano digiuno intermittente. Ci sono regole precise, studiate su misura, possibilmente con l’aiuto di un medico esperto, per individuare gli orari del digiuno in cui vanno evitate anche eventuali calorie nascoste nelle bevande, mentre negli altri orari si può mangiare con moderazione. Il più gettonato è il tipo di digiuno a intervalli: 16 ore di digiuno seguite da una finestra di otto ore per consumare i pasti. Si può decidere quindi se si preferisce fare a meno della colazione o della cena, Alcuni arrivano addirittura a cibarsi una sola volta al giorno. 

Una scelta da gourmet, infine, è quella della Dieta Paradossale, del Dottor Giorgio Nardone.
Il funzionamento di questa dieta sta proprio nell’evitare di sentirsi a dieta, individuata come maggiore causa del ritorno al sovrappeso.
Per questo la persona sceglie liberamente i suoi pasti e non si sente a dieta, mentre punta sull’alta qualità degli alimenti scelti: se si desidera un primo piatto si sceglieranno con cura i migliori condimenti, che siano frutti di mare o tartufi bianchi; se si desidera un secondo piatto si opterà per il taglio di carne migliore o i formaggi più ricercati oppure i migliori cibi bio; ovviamente per mantenere questo stile di vita, più dispendioso, sarà opportuno tagliare le quantità, a tutto vantaggio della linea e del gusto.

Ulteriore ed essenziale compito, consiste nell’invocare la Dea Previsione e immaginare, la sera prima o la mattina del giorno stesso, cosa si desidera davvero mangiare nell’arco della giornata, figurandosi i piatti finiti, scegliendo con cura anche cosa bere e quanto, in quale bicchiere, con quali posate, immaginando sapori e profumi, per poi mettere tutto in pratica dal vero.

Attenzione a non sottovalutare il consiglio della Dea Previsione, potrà sembrare un esercizio superfluo, ma ha la sua importanza nell’educare la mente a desiderare proprio ciò che si intende mangiare; come effetto collaterale (visto che si è già gustato il pasto con l’immaginazione) l’appetito potrebbe essere più modesto.

Per aiutare l’immaginazione ci viene in soccorso la Dea Lista.
Con lei potrete imparare il magico potere delle liste. Si sa che la fretta è nemica del giusto peso, perché ci spinge a ingoiare di tutto senza riflettere. Invece, avere sottomano un elenco di liste ci può aiutare a scegliere con calma ed evitare le abbuffate occasionali.

Naturalmente dovrete essere voi stessi a compilare le vostre liste ragionate, secondo le vostre esigenze e i vostri gusti. E non si parla di solo cibo. Probabilmente le liste vi aiuteranno a pianificare anche altri aspetti della vostra vita. Guardate qui.

Unica regola: fare tre pasti al giorno e non mangiare mai fuori pasto. Quindi in un certo senso anche questa comporta una limitazione di tempo, ma con orari più tradizionali, che non sconvolgono più di tanto la routine giornaliera.

Se si trasgredisce però, per esempio mangiando un cioccolatino di pomeriggio, secondo la regola del professor Nardone, si dovrà mangiarne altri 9, se si mangia un pezzo di pizza se ne dovranno mangiare altri 9.
E questo diventerà un auto-limite mentale, visto che difficilmente qualcuno potrebbe avere voglia di mangiare 10 porzioni di seguito dello stesso alimento, specialmente fuori pasto.

Datevi il permesso, spezzate le catene.

E’ ora di partire, lasciando indietro i pesi che vi hanno limitato e afflitto. Per fortuna il viaggio non è per scappare da se stessi, ma per incontrare il proprio sé, finalmente liberato.

Il viaggio non sarà faticoso, basterà usare l’immaginazione e il desiderio. Per prima cosa sarà bene essere onesti e individuare i veri motivi che hanno causato l’aumento di peso.
Ognuno dovrà capire quale motivo ha più di tutti influenzato le proprie scelte alimentari.

Cosa è successo?
Dopo un periodo di lavoro intenso, per un dispiacere, una separazione, un trasferimento, un cambiamento di vita, una depressione o qualsiasi altro motivo, pigrizia inclusa, vi siete lasciati andare pian piano alla consolazione che il cibo vi ha offerto, indugiando a tavola il più tempo possibile e concedendovi tutto quello che vi veniva in mente. E più ingrassavate più vi sentivate dipendenti dal cibo e incapaci di rompere la catena “dieta-ingrassamento-ancora dieta” innescando la Sindrome dello Yo-Yo, in cui si alternano fasi di dieta drastica a periodi di super alimentazione.

Oppure eravate persone molto sportive e in forma, ma con gli anni avete ridotto l’attività e iniziato a prendere peso. Perciò oggi non sapete più mettervi un freno?

Come se ne esce?
Si chiama BINGE EATING, cioè ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA.
Sapete di voler dimagrire e ogni lunedì cominciate una dieta, per poi abbuffarvi durante il week end e ricominciare da capo, arrivando fino alla conclusione che per voi non c’è più niente da fare.
Per prima cosa PERDONATEVI. E non pensate che ormai sia tardi.

Subito dopo esprimete un desiderio. Sapete come si fa?

Trovate la molla dentro di voi.
Cosa sareste pronti a fare per quel desiderio? Quali vantaggi immaginate di poter avere? Perché volete perdere peso? Quanto ne volete perdere? Quale riscatto pensate di poter meritare? Come immaginate di presentarvi davanti a chi non credeva che ce l’avreste fatta? Quanto godimento potrete assaporare quando sarete finalmente arrivati alla vostra meta?

Scrivetelo ora!
Rispondete alle domande fatte qui sopra. Fate come Sabina.
“Io vorrei tornare in forma per riacquistare la mia dignità, troppe volte mi lasciano indietro, mi prendono in giro e non mi coinvolgono. Sarei pronta a camminare un’ora al giorno, a fare esercizi mentali per scardinare le vecchie abitudini, a non mangiare fuori pasto. Vorrei solo essere una persona normale che si nutre normalmente senza bisogno di esagerare”
“Se fossi magra, insomma normopeso, diciamo con 10/15 chili in meno, quali vantaggi avrei? Sicuramente farei meno fatica, camminerei con più scioltezza, potrei fare movimenti cui ho rinunciato da tempo, come mettermi lo smalto sulle unghie dei piedi. Potrei trovare più facilmente la mia nuova taglia nei negozi di abbigliamento. Forse non mi interessa chissà un eventuale riscatto, la leggerezza riconquistata mi basterebbe, il godimento sarebbe enorme!”

Andate a rileggere il Dio Desiderio. La potenza del desiderio è grande. Sarà capitato a tutti di voler avere fortemente una cosa, una relazione, un regalo, una situazione favorevole, un posto di lavoro, un viaggio importante… Avete messo via i risparmi, avete rinunciato ad altre cose, vi siete impegnati perché tutto andasse bene, avete sperato e investito tutti i vostri pensieri in quel desiderio e alla fine ce l’avete fatta! Provate allora a rivivere quei momenti, a come il sacrificio non avesse importanza, rispetto all’obiettivo che volevate centrare e alla gioia provata al raggiungimento del vostro sogno.

Invocando il Dio Desiderio costruite il vostro mantra o – se volete – la vostra asserzione positiva o il vostro motto.

Sabina potrebbe scegliere fra le parole che ha scritto le più significative. Per esempio:

Dignità-Nuova Taglia-Leggerezza

e ripeterselo ogni volta che rischia di venire meno agli impegni che ha preso con se stessa.

Potrebbe ricamare quelle parole su stoffa, dipingerle su un quadretto, su una maglietta, farne un vero e proprio stemma.

Sabina ha quindi scelto come immagine un tulipano, il suo fiore preferito, colorato, elegante e leggero, in cui si identifica molto.


Solo il desiderio porta al premio finale e chi non sa desiderare non otterrà mai ciò che vuole.

Come i bambini

Facciamo un gioco. Torniamo bambini.
Sapete come fanno i bimbi: quando sono intenti nei loro giochi, non pensano ad altro. A volte bisogna penare per farli venire a tavola e molti genitori non sono contenti finché i loro pargoletti non lasciano il piatto finalmente vuoto.

Ecco. Se siete genitori non fate questo errore.
E’ proprio qui che a volte si innesca il meccanismo del mangiare sempre tutto ciò che si ha davanti. Così, per fare un piacere alla mamma, si prende la cattiva abitudine di non ascoltare il proprio senso di sazietà.

E adesso? Come si torna indietro nel tempo?
Bisogna ricominciare da capo. Interpretate i bambini che non siete stati: cominciate col mangiare poco e svogliatamente, distraetevi spesso come se foste bambini (avete tutti gli smartphone, non dovrebbe essere difficile).
Fate molte pause, annoiatevi del cibo, conversate, ridacchiate, fate di tutto per tirarla per le lunghe e, soprattutto, non lasciate mai il piatto vuoto.

C’è un esercizio mentale che si può fare.
Invocate la Dea Previsione e lasciatevi portare sulle ali della fantasia.
E immaginate, per esempio, di mangiare tantissimo.

Lo so che sembra difficile all’inizio, ma visualizzare o immaginare è una cosa alla portata di tutti, pensate a come vi sentite spaventati guardando un film dell’orrore o commossi quando nella vostra serie tv preferita i due personaggi principali si sposano.
E’ solo finzione eppure riesce a scatenare le vostre emozioni.
E’ una possibilità da sfruttare per convincere la mente che ciò che immagina può diventare reale. E sarà utile in tante altre occasioni.

Per cominciare si può fare lo stesso esercizio di immaginazione scrivendo.

Torniamo all’esempio precedente, in un quadernino o sul vostro blog, provate a descrivere per iscritto un pasto mega abbondante, al limite del nauseante.

Ricordo quando l’ho fatto io, ho immaginato (e poi scritto) una cena normale, dove…

…inizio a mangiare un po’ di pasta, poi però vado a controllare l’abbacchio che si sta finendo di cuocere in forno e nel frattempo imbocco il bambino,
ma lui non ne vuole più, quindi mi attacco alla sua pappa: minestrone passato, farina lattea, olio e parmigiano… mhh che buona, la finisco io la tua pappa e poi…
Anche la ragazzina ha lasciato qualcosa nel piatto, ma siamo matti?
Lo mangio io! E poi arriva in tavola l’abbacchio con le patate, è piuttosto abbondante ma io mangio tutta la mia metà, oh che buone le patate al forno croccantine. Burp. Ma senza vino non me lo gusto, ho giusto una bottiglia di morellino, che bello. Mhhh è rimasto ancora un po’ di vino, ma allora taglio un po’ di formaggio… E adesso? Ci vorrebbe un bel dolcetto, magari la saker che è in frigo, oh che bontà! C’è ancora un po’ di panna spray? Non ci starebbe bene un amaretto, adesso?

Ecco, non so a voi, ma dopo questo esercizio m’è venuta la nausea.
Può essere di spunto per cambiare abitudini. Per esempio smettere di attingere dai piatti degli altri commensali, lasciare sempre qualcosa nel piatto, finire il pasto senza andare in cerca di qualcos’altro, controllare il senso di sazietà e quando si è pieni non si mangia più.

Facciamo a metà?

Le diete, come già sapete, si dividono in quelle che eliminano determinati alimenti per qualità e quelle che li eliminano per quantità.

Le prime sono più comuni. La persona in sovrappeso si sente sempre un po’ in colpa e pensa che espiare privandosi di tutti i grassi, tutti gli alcolici, tutti gli zuccheri, sia una cosa giusta e sana.

In realtà è una scelta poco educativa.

La maggiore causa dell’obesità è data dal fatto che ci si riempie troppo, non si ascolta il senso di sazietà, si mangia disordinatamente e a tutte le ore.

La persona in sovrappeso messa a dieta per qualità si deprime facilmente, non gli piace quasi nulla di ciò che mangia, difficilmente si sente soddisfatta e la sua motivazione cade rovinosamente.

Seguire una dieta che limita solo le quantità, tuttavia, è spesso una scelta difficile. Se non si è pronti alla sfida e fiduciosi nella riuscita è facile sbagliare e buttarsi a capofitto sul gelato con panna, tanto è consentito...

E allora?

E allora ci vuole amore. Amore per se stessi e consapevolezza.
Spesso ci si arriva dopo un lungo percorso di vita, a volte con l’aiuto di una psicoterapia o un corso di Mindful, in italiano: consapevolezza.

E’ possibile però utilizzare qualche piccolo trucco.

  1. Restringere lo stomaco.
    Non è difficile, bastano solo 3 giorni con dieta leggerissima, nulla che non vi sia già capitato in vista di un esame clinico o un intervento.
    A colazione centrifugati di frutta poco zuccherina e verdure crude come sedano, carote e finocchio, particolarmente ricche d’acqua, accompagnate da una fetta di pane, di quello non industriale, ma fatto da un vero fornaio, preferibilmente integrale o a levitazione naturale, addirittura con un filo d’olio extravergine di oliva;
    a pranzo una bella insalata fresca, condita con poco olio evo e sale, seguita da 150 g di carne o pesce cotti semplicemente, magari con l’aggiunta di aromi, spezie e poco sale, nel pomeriggio the verde o bevanda d’orzo solubile non zuccherata, a cena 2 uova o yogurth e latticini magri, sempre accompagnati da verdure. Bevete almeno 2 litri di acqua (o tè/caffè/tisane, senza zucchero).
    Resistete per questi 3 giorni e vedrete che in seguito al restringimento dello stomaco, si sentiranno meno i morsi della fame e si avvertirà prima il senso di sazietà. Se poi si ricade nelle vecchie abitudini basta ricominciare coi tre giorni leggerissimi.
  2. Allenamento fisico. Nulla di troppo gravoso, basta inserire una passeggiata al giorno: se fatta con passi lunghi, si faranno esercitare anche i muscoli addominali. Ottimo se si aggiungono ogni giorno più passi.
  3. Allenamento mentale. Volendosi molto bene è possibile guidare la propria mente a ragionare diversamente. Come? Facendo vivere alla mente inconscia i vantaggi di un’alimentazione più leggera fin dal primo giorno, in modo che mangiare di meno ci risulti più comodo che abbuffarsi. Basta iniziare.
    Non importa cosa mangiate, qualcosa che vi piaccia comunque: riempitevi il piatto e poi mangiatene solo metà.
    Mangiate molto lentamente e fate spesso delle pause, domandandovi ogni volta se è il caso di proseguire col pasto o se ci si può accontentare così.
    E’ importante per la mente imparare a nutrirsi meno. Si può fare gradualmente o di botto, poi con piccoli aggiustamenti si può imparare a calcolare esattamente quanto meno si può riuscire a mangiare senza soffrire la fame. Ne sarete stupiti. E lo sarà anche la vostra bilancia. Più perseverete, prima la mente inconscia si abituerà alle nuove porzioni e farà il tifo per voi.
  4. Imparare la consapevolezza. E’ facile per una persona in sovrappeso continuare a sovralimentarsi. Quasi sempre non se ne rende conto: segue soltanto le sue abitudini. Non è raro che dopo un pasto abbondante sia ancora in cerca di dolcetti, liquori, frutta secca o cioccolato. Non è in discussione ciò che la persona decide di mangiare consciamente, ma la maggior parte del cibo “di troppo” viene assunto inconsapevolmente, non per fame né per gola, ma per un atteggiamento abitudinario che ci spinge a ficcarci in bocca ancora più cibo, forse per compensare altre carenze.
    In rete si possono trovare diverse meditazioni audio o video sulla Mindfulness per imparare a usare la consapevolezza.
    Per lo più si tratta di ritagliarsi un momento per se stessi, rilassando man mano tutti i muscoli, dalla testa fino ai piedi, cercando di non pensare a nulla (meglio seduti che sdraiati, per non addormentarsi) e aspettare che ritornino i pensieri per poi riallontanarli e restare concentrati sul proprio respiro. E’ proprio il gesto mentale di cacciare i pensieri automatici che contraddistinguono il nostro rimuginare e tornare concentrati ad allenare la propria mente per rendersi conto delle distrazioni e a dare, invece, attenzione ai propri bisogni e a risolverli pacatamente.
    10 minuti mattina e sera, misurati col timer del cellulare, potrebbero bastare come allenamento. Un atteggiamento sempre più consapevole aiuterà a desistere dal ritorno alle vecchie abitudini, cercando semplicemente di guardarle senza più cedere, considerandole vecchie e stupide consuetidini che ormai non servono più.

Ho deciso che mi amo.

Amarsi è un primo passo importantissimo.

L’amor che move il sole e l’altre stelle [cit. Dante Alighieri] sarà ben capace di sostenere alta la motivazione che ci spinge a fare il percorso che potrà portarci alla forma tanto desiderata.

Basterà innamorarsi per reagire e uscire dal maledetto circolo vizioso che ci lascia sempre inerti aspettando di cominciare, prima o poi, uno dei prossimi lunedì, a prenderci veramente cura di noi stessi.

Che poi non è difficile!

L’avrete sperimentato già in passato. Quella volta che siete riusciti a perdere peso e vi sentivate fieri di voi. C’era una bella spinta, no? Il vedere che cominciava a funzionare…

Cos’è che non è andato allora?

Forse avete puntato tutto sulla forza di volontà e questa invece nel tempo è venuta meno. Non ne abbiamo molta, in realtà. Se la motivazione è debole, in un attimo si torna alle vecchie abitudini.

Abbiate ottimi motivi!
Sì, lo facciamo tutti per la salute… Però che noia. E’ una motivazione troppo vaga.

Alzate l’asticella. Trovate una sfida più interessante. Qual è la molla? Dimostrare a tutti che avete amor proprio? Far morire di invidia quelli che non credevano in voi? Diventare interessanti agli occhi di chi vi sta a cuore? Poter reindossare i capi che non vi entravano più?
O semplicemente dimostrare che avete chiuso col passato, adesso vi sentite centrati sui vostri obiettivi e certi di arrivare fino in fondo senza sforzi. Solo perché vi amate.

E l’amore vince su tutto.

Dillo e fallo.

La memoria uditiva è piuttosto potente. Molte persone leggono a voce alta per studiare un testo, abbinando la memoria visiva a quella uditiva.

Lo fanno perché funziona. Provate: se dovete trascrivere un numero di diverse cifre o una frase, leggete prima ad alta voce e riuscirete quasi sempre nell’impresa senza errori e senza dover sbirciare nuovamente, semplicemente ricordando il suono della vostra voce mentre lo pronunciava.

Se volete finalmente cominciare a cambiare determinate abitudini che non vi sono affatto utili per ritrovare la vostra forma, componete brevi frasi motivanti e pronunciatele a voce alta.

La Dea Previsione vi protegge e consiglia le seguenti enunciazioni.

Per diminuire il girovita non bevo alcool nei giorni feriali

Inizio la giornata con brevi esercizi fisici, faccio le scale a piedi e colgo ogni occasione per muovermi.

Rinuncio ai cibi che contengono zuccheri per 5 giorni di seguito. (poi mi rivolgo al Dio Premio per la ricompensa).

Createne altre.